lunedì 28 settembre 2009
Neil Cummings and Marysia Lewandowska "Social Cinema" 2006




At each location, buildings became screens, steps seating, and residents generously gave power, or loaned their houses as projection booths. The architectural fabric of the temporary cinemas was improvisery, playful and subtle; pallets borrowed from an adjacent market made temporary bleachers, plastic crates from local pubs and restaurants became seating, neighbours joined the audience, and volunteers with torches transformed into ushers. Social Cinema turned un-built spaces into auditoria and spectacularly intervened in neglected places around landmark buildings.
giovedì 24 settembre 2009
Sejla Kameric
mercoledì 16 settembre 2009
domenica 13 settembre 2009
"Katyn e la sana, consapevole libidine" di Valerio Evangelisti
di Valerio Evangelisti
[Da un paio d'anni collaboro a Nocturno, storico mensile dedicato al cinema di genere, con una rubrichetta. Mi sono fin qui astenuto dal riportare su Carmilla i miei interventi, per non danneggiare la rivista cartacea. Oggi faccio un'eccezione perché il film di cui parlo viene proiettato in questi giorni alla Mostra del Cinema di Venezia, dicono dietro pressioni dall'alto. Il ministro di cui nel pezzo non dico il nome si chiama Sandro Bondi, e si occupa (non ridete!) di cultura.]
Continuiamo a parlare di film bruttissimi. Li ho classificati in tre categorie principali, a seconda delle domande che suscitano nello spettatore: “Ma che roba è?” “Perché perdo tempo a guardare questa merda?” “Che cosa me ne frega di questa faccenda?”.

venerdì 11 settembre 2009
The first described case of homosexual necrophilia in the mallard anas platyrhinchos
Papua, scoperto il mondo perduto
Papua, scoperto il mondo perduto
RATTI grossi come cani, pesci che grugniscono e rane coloratissime: sembrano esseri viventi di un mondo alieno. E in qualche modo lo sono, visto che sono stati scoperti all' interno di un vulcano sommerso dalla vegetazione, il Monte Bosavi, nel cuore della foresta della Papua Nuova Guinea, sulle remote Southern Highlands. LE CREATURE, alcune delle quali totalmente sconosciute, sono state portate alla luce da una spedizione scientifica alla ricerca di "mondi perduti" che ha realizzato un documentario per la Bbc. Raggiungere quel luogo così lontano da ogni via di comunicazione è stato più che complesso, perché il vulcano, pur spento da oltre 200.000 anni, presenta pareti alte anche mille metri, dove una fitta v e g e t a z i o n e rende ancora più difficile l' arrampicata. Una volta scesi nel cratere i ricercatori hanno attivato una telecamera a raggi infrarossi in grado di rilevare il movimento di esseri viventi dal calore che emettono. E sono riusciti ad individuare un essere di medie dimensioni che in un primo momento è risultato impossibile identificare. Il cameraman Gordon Buchnan, non appena visionato il materiale, si è subito accorto di essere in presenza di un essere perlomeno poco conosciuto dalla comunità scientifica e così ha chiamato immediatamente sul posto Kristofer Helgen, dello Smithsonian National Museum of Natural History, il quale si è reso immediatamente conto dell' importanza della scoperta. Il ratto fino ad oggi sconosciuto è lungo 82 centimetri, pesa circa un chilogrammo e mezzo e non ha mostrato alcuna paura nei confronti degli uomini che lo hanno avvicinato. Sembra sia vegetariano, vive nelle cavità degli alberi o sottoterra ed il suo aspetto è molto meno ripugnate dei suoi colleghi di città. Insieme alle altre esotiche creature trovate in quel mondo perduto, il ratto vive a circa 1.000 metri di quota. Insieme sembrano formare una comunità che non esiste in nessun altro luogo della Terra. Il roditore possiede una folta pelliccia bruno-argentea che gli permette di sopravvivere in un ambiente estremamente umido e freddo, ovvero le condizioni presenti nel cratere del vulcano. Al momento è stato chiamato "Bosavi lanoso", anche se non gli è ancora stato riconosciuto un nome scientifico. Sembra appartenere al genere a cui appartengono anche altri ratti giganti scoperti nel 2007 sempre nel cuore della Papua Nuova Guinea. «E' senza dubbio uno dei più grossi individui di quel genere che vivono sul pianeta», ha spiegato Helgen. E' la prima volta che una spedizione scientifica entra nel cuore del cratere e sembra che al suo interno siano arrivate pochissime persone. I membri della tribù che vive più vicino ad esso, quella dei Kasua, hanno le loro case lontane dal vulcano, e nessuno ricorda esploratori che siano entrati nel cratere. La spedizione inglese ha messo in luce anche altri roditori che rispetto ai loro simili che vivono in altre regioni della Terra, hanno mostrato tutti di avere maggiori dimensioni. Le nuove specie scoperte sono circa una quarantina, alcune delle quali tuttavia, attendono ora una verifica ufficiale. Tra di esse un marsupiale, chiamato Bosavi Silky Cuscus, un geco del tutto sconosciuto, 16 specie di rane dai colori più diversi e 3 nuove specie di pesci, tra cui uno chiamato Henamo Grunter, che emette una sorta di grugnito da una piccola vescica. I ricercatori hanno anche trovato un rarissimo bruco ricoperto da una folta peluria, una specie di "insetto stecco" lungo come l' avambraccio di un uomo e vari altri insetti che attendono di essere classificati con precisione. «Nel cuore di quel "vulcano perduto" - ha detto Helgen - vive una comunità che è ancora tutta da scoprire».domenica 6 settembre 2009
Peter Kubelka "The Invisible Cinema" 1970

Anthology Film Archives
1970
Courtesy of Anthology Film Archives