giovedì 25 giugno 2009

Fernand Léger, Hans Richter "Dreams that money can buy" 1947



Sei episodi che corrispondono ad altrettanti sogni, immaginati da cinque artisti (Max Ernst, Fernand Léger, Man Ray, Marcel Duchamp, Alexander Calder) e dallo stesso H. Richter, pittore dadaista e regista di film sperimentali, autore anche della sceneggiatura e delle scene insieme a Max Ernst e Jack Bittner.
1° (F. Léger): balletto di manichini in abiti nuziali in un emporio di New York; 2° (M. Ernst): un uomo cerca di avvicinarsi a una fanciulla dormiente, circondata da sbarre; 3° (A. Calder): sfere, unite da fili e asticelle, si muovono con le loro ombre su uno sfondo bianco; 4° (H. Richter): Narciso, uomo comune (J. Bittner), scopre per caso di essere differente da ciò che immaginava di essere; 5° (M. Duchamp): dischi ottici a due dimensioni che, messi in movimento, ne acquistano una terza; 6° (M. Ray – “Rith, Roses and Revolvers”): parodia satirica dell'ambiente di Hollywood. Le musiche sono nell'ordine di Libby Holman, John Latouche, Paul Bowler, Edgar Varese, John Cage, Darius Milhaud. Quello di Richter è senza musica. L'impaginazione degli episodi varia da copia a copia. È un compendio del cinema surrealista e astratto che, pur nell'eterogeneità dei contributi, ha una sua coerenza di atmosfera. Prodotto no budget (10 000 dollari del dopoguerra), fu esposto all'8ª Mostra di Venezia dove ebbe un premio per il “contributo originale al progresso della cinematografia”. Fotografia di Arnold Eagle.