sabato 25 luglio 2009
martedì 21 luglio 2009
lunedì 20 luglio 2009
Rossella Biscotti "La cinematografia è l'arma più forte" 2007
Site-specific intervention in the cinema of the Culturcentrum Strombeek, Strombeek (BE), 2007
The text La cinematografia e' l'arma piu' forte has been projected in the cinema shortly before the beginning of each movie. The slogan is taken by a banner that Mussolini used to inaugurate the Italian film industry Cinecittà in 1937. It was a prelude to the possibility of using cinematographic media for Mussolini’s propaganda. This installation reflects on the risk of the political and economical investment into the cultural field.
martedì 14 luglio 2009
OGGETTI SMARRITI Crisi della memoria nell'arte contemporanea
Il nostro è un mondo talmente pieno di memorie che inesorabilmente, per mancanza di spazio, vanno in gran parte perdute. A partire dalla modernità, questo è un problema che riguarda sia l’individuo che la società. Nella letteratura e nelle arti visive la memoria è quasi sempre associata allo spazio e alla figura particolare dell’archeologo. Un archeologo che lavora attraverso testi od opere d’arte che finiscono per somigliare ad oggetti smarriti.
Come aveva intuito il più grande cacciatore di fantasmi del 900, Sigmund Freud, la questione riguarda la geografia e l’identità (di chi sono questi oggetti?).
L’arte contemporanea non ha fornito risposte ma procedimenti e racconti essenziali per comprendere la trasformazione dell’idea stessa di memoria. Naturalmente la crisi della memoria, nelle sue forme convenzionali, ha origine nelle esperienze artistiche e sociali della modernità.
Il montaggio, la pratica del palinsesto, la smaterializzazione e l’utilizzazione di materiali d’uso comune o persino banali (lo stesso Benjamin collezionava e analizzava cartoline illustrate per le sue enciclopedie frammentarie), sono tutti processi legati ad una sorta di ricostruzione archeologica di uno spazio o di un corpo.
Se si eccettuano i rari monumenti pubblici in memoriam (tutti inesorabilmente votati alla discussione e alla controversia) le arti visive contemporanee sembrano essere tutte destinate a raccontare memorie differenti, ad occupare spazi vuoti o dismessi o a ripensare le pratiche scientifiche di conservazione museale o archiviazione (con particolare attenzione alle scienze naturali).
Il titolo del saggio scritto da Giovanni Iovane e Filipa Ramos nasce dalla memoria di 2 luoghi tipici della contemporaneità: l’ufficio degli oggetti smarriti (si pensi al gigantesco Bureau di Parigi, con migliaia di reperti) e il cartello Lost & Found che campeggia nella sala di ritiro bagagli di qualsiasi aeroporto che si rispetti. Una immagine e una metafora aderenti alla crisi della memoria nell’arte contemporanea.
Come aveva intuito il più grande cacciatore di fantasmi del 900, Sigmund Freud, la questione riguarda la geografia e l’identità (di chi sono questi oggetti?).
L’arte contemporanea non ha fornito risposte ma procedimenti e racconti essenziali per comprendere la trasformazione dell’idea stessa di memoria. Naturalmente la crisi della memoria, nelle sue forme convenzionali, ha origine nelle esperienze artistiche e sociali della modernità.
Il montaggio, la pratica del palinsesto, la smaterializzazione e l’utilizzazione di materiali d’uso comune o persino banali (lo stesso Benjamin collezionava e analizzava cartoline illustrate per le sue enciclopedie frammentarie), sono tutti processi legati ad una sorta di ricostruzione archeologica di uno spazio o di un corpo.
Se si eccettuano i rari monumenti pubblici in memoriam (tutti inesorabilmente votati alla discussione e alla controversia) le arti visive contemporanee sembrano essere tutte destinate a raccontare memorie differenti, ad occupare spazi vuoti o dismessi o a ripensare le pratiche scientifiche di conservazione museale o archiviazione (con particolare attenzione alle scienze naturali).
Il titolo del saggio scritto da Giovanni Iovane e Filipa Ramos nasce dalla memoria di 2 luoghi tipici della contemporaneità: l’ufficio degli oggetti smarriti (si pensi al gigantesco Bureau di Parigi, con migliaia di reperti) e il cartello Lost & Found che campeggia nella sala di ritiro bagagli di qualsiasi aeroporto che si rispetti. Una immagine e una metafora aderenti alla crisi della memoria nell’arte contemporanea.
domenica 12 luglio 2009
sabato 11 luglio 2009
KIMJONGILIA
KIMJONGILIA, The Flower of Kim Jong Il, is the first film to fully expose the disaster through a tapestry of defectors’stories,North Korean propaganda, and original performance. This feature documentary shows why the defectors fled, describes their hair-raising escapes, and recounts the dangers they face in China, hunted by Chinese as well as North Korean police. These refugees are from every walk of life, from child concentration camp inmates to an elite concert pianist. But their stories all speak of body-and-soul killing repression and paint a picture of a country so far off the rails it defies belief. Ultimately, these humble heroes are inspiring, for despite their suffering, they hold out hope for a better future.
mercoledì 8 luglio 2009
lunedì 6 luglio 2009
sabato 4 luglio 2009
venerdì 3 luglio 2009
Pietro Consagra " Ferro trasparente blu addio Cimabue" 1966
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